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JOURNAL OF EURO ASIA TOURISM STUDIES

VOLUME III – December 2022
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Digital information tools to support the sustainable development of the territory: the LoQual Explorer model

Introduzione

La competitività di una destinazione e le strategie poste in essere dai territori per elevare l’attrattività di un luogo o di un prodotto turistico sono argomenti molto dibattuti in letteratura (Ritchie & Crouch, 2003; Pollice & Spagnuolo, 2009; Corigliano & Baggio, 2013) ma, se diversi sono gli approcci e i sistemi impiegati per misurare la performance di una località e dei servizi offerti, vi è tuttavia maggiore accordo nell’individuazione di quei fattori di natura tangibile ed intangibile più strettamente connessi al successo turistico di un territorio.

Se da una parte le risorse ambientali, paesaggistiche, culturali e identitarie, unitamente al clima, rappresentano gli “attrattori territoriali” di un’area geografica (Pollice, 2009, p.306), non meno rilevanti ai fini della competitività della destinazione turistica sono elementi intangibili quali infrastrutture fisiche e digitali atte a garantire l’adeguata accessibilità agli spazi reali e virtuali, un sistema dell’accoglienza ricco, diversificato e attento alla sicurezza anche nello spazio cibernetico (Chu & Choi, 2000) e un “ambiente favorevole” per l’imprenditoria (Pezzano et al, 2013, p.127) in termini di normativa snella e di incentivi allo sviluppo di prodotti, processi e servizi turistici innovativi, ma anche l’esistenza di politiche di sviluppo locale orientate alla cooperazione delle imprese attorno ad obiettivi comuni (Lazzeroni, 2001) e guidate dai risultati prodotti da “analisi territoriali multidimensionali” (Camerada, 2018, p.111).

Parimenti ai succitati fattori assume rilievo la qualificazione delle risorse umane con operatori del turismo competenti in grado di ascoltare e decifrare le esigenze dei viaggiatori (Mariotti, Camerada, Carrus & Murtinu, 2016) e di mostrarsi proattivi verso la personalizzazione dei prodotti e dei servizi (Corigliano & Baggio, 2013) che dovranno essere adeguatamente comunicati, sia nei contenuti – in termini di completezza informativa e capacità persuasiva del messaggio – sia attraverso modalità atte a favorire la divulgazione, il coinvolgimento e la partecipazione del destinatario.

L’uso sempre maggiore dei device mobili e in generale la maggiore confidenza del turista verso le nuove tecnologie rende ormai imprescindibile la digitalizzazione delle destinazioni, dei servizi  e dei prodotti e suggerisce l’impiego di applicativi (dai semplici QR code per arrivare alla realtà virtuale ed aumentata) per la promozione del luogo di vacanza, nella fase di pre-vendita così come direttamente in loco, stimolando la scoperta del territorio e dei suoi beni tramite sistemi in grado di fondere dati georeferenziati con informazioni di tipo storico, culturale ed ambientale (Orlandi, 2013).

Se l’innovazione tecnologica rappresenta un passo fondamentale per innalzare la competitività e l’attrattività della destinazione, questa non può tuttavia prescindere dall’essere contestualmente sostenibile, rispondendo a doveri ambientali ma anche ai desiderata dei viaggiatori, la cui transizione verso modelli di consumo rispettosi dell’ambiente e delle specificità locali è andata accelerandosi durante l’emergenza sanitaria (Cohen,2020; PWC, 2020).

Dall’osservazione dei suddetti argomenti emerge dunque come il successo di una destinazione scaturisca oggigiorno da elementi in larga parte immateriali prevalentemente correlati: alla conoscenza, intesa come capacità di analisi di un territorio; alle relazioni cooperative tra attori pubblici e privati; all’innovazione tecnologica; all’abilità nell’integrare, valorizzare e comunicare le risorse di un’area geografica (il paesaggio, i beni culturali, le produzioni artigianali ecc.), nonché alla gestione sostenibile delle stesse da ravvisarsi in quelle azioni e misure poste in essere dalla governance e dagli imprenditori per tutelare e preservare per le generazioni future il patrimonio ambientale e identitario.

Partendo da tali considerazioni, il presente lavoro prende in esame, nei paragrafi che seguono, il contesto territoriale sardo in termini di capabilities territoriali e criticità, all’indomani della pandemia che ha stravolto l’economia e in particolare il settore turismo. Alla luce di tali riflessioni, la ricerca prosegue esaminando tre elementi, ritenuti funzionali all’organizzazione di un prodotto turistico e allo sviluppo del territorio: 1) l’innovazione tecnologica come strumento di integrazione e divulgazione del valore delle risorse; 2) le tecniche di comunicazione e il potere persuasivo e pervasivo delle storie; 3) la partnership tra imprese, di cui le “strade del vino” rappresentano, nel territorio sardo, un caso di successo.

Il lavoro, fatti propri questi elementi, capitalizza gli esiti di recenti indagini svolte nel Nord-Ovest dell’Isola (Mariotti, Camerada & Carrus, 2016; Mariotti et al, 2016), ed aventi ad oggetto i bisogni e le aspettative del turista, e concepisce lo strumento di sviluppo turistico “LoQual Explorer” progettato per facilitare il viaggiatore nell’acquisire informazioni sui beni e servizi “locali” e “di qualità” di un dato territorio. Si illustra infine l’implementazione del suddetto modello nell’area geografica di Alghero (SS) nell’ambito del progetto Interreg CIEVP.

Il Turismo in Sardegna: trend, capabilities territoriali ed elementi di criticità

Il turismo rappresenta un comparto strategico per l’economia mondiale in grado di generare benessere e occupazione. Seppur contrattosi in maniera importante durante la pandemia da COVID-19, e ancora prima, nel 2009, con la crisi finanziaria, il settore ha vissuto nell’ultimo ventennio una straordinaria espansione favorita dalla riduzione dei costi di trasporto e dall’aumentata capacità di spesa dei viaggiatori provenienti dalle economie emergenti (Mini, 2020).

Le imponenti restrizioni alla mobilità volte al contenimento dei contagi hanno determinato un profondo shock sul mercato dei viaggi. A livello mondiale il PIL legato al settore Travel and Tourism è diminuito del 49,1% nel 2020, rispetto al 2019, con un un’incidenza sulla percentuale globale che è passata dal 10,4% al 5,5% (WTTC, 2021). Sul fronte europeo la decrescita complessiva si è presentata leggermente più accentuata (-50,0%) con l’Italia che ha registrato, nei primi nove mesi del 2020, oltre 190 milioni di presenze in meno rispetto all’anno precedente (Istat, 2020). L’elaborazione dei dati acquisti dalla banca dati Istat, riferiti alle annualità 2019 e 2020, mette in evidenza come alcune regioni, incluse le isole maggiori, abbiano subito un pesante contraccolpo, con la Sardegna che ha visto le presenze crollare del 58,26% rispetto al 2019 (Fonte: Banche dati Istat) e la spesa turistica passare da 8,9 a 3,5 miliardi di euro (SRM, 2021). Il turismo, come noto, è un settore dall’elevata trasversalità in grado di generare effetti diretti e indiretti sull’acquisto di numerosi beni e servizi con conseguenti ricadute in termini fatturato; non sorprende pertanto come nel 2020 sia drasticamente aumentato il tasso di mortalità per le PMI (Sardegna Imprese, 2020) e tra queste quelle indirettamente legate al turismo come l’agroalimentare.

Non da ultimo si tenga conto che in Sardegna la pandemia si è manifestata in un periodo storico in cui l’economia già mostrava importanti segnali di sofferenza: quello regionale è uno dei territori più poveri d’Italia. Carenze infrastrutturali, tessuto imprenditoriale frammentato, modesti volumi di export, elevato tasso di disoccupazione e ridotti consumi interni descrivono il sistema economico dell’Isola (Crenos, 2020).

In tale contesto macro-economico il turismo sardo, così come quello mondiale, affronta una sfida importante ed è chiamato ad adeguare la propria offerta e ripensare strumenti e strategie utili a convertire le capabilities del territorio, estremamente compatibili con gli attuali trends della domanda turistica provata dalla pandemia, in fattori di successo. Un recente studio curato dalla società Globetrender (Euronews & Globetrender, 2020) indica la ricerca di wilderness, di autenticità e di benessere tra le tendenze turistiche che andranno a rafforzarsi nel post covid ma evidenzia anche l’esplosione del turismo dei nomadi digitali, animato dagli smart workers che lasciano le città per ricercare ospitalità in strutture idonee al lavoro agile ma ubicate in piccoli borghi o zone rurali (Rusconi, 2021). Si intravedono nuovi modelli di fruizione turistica fortemente orientati all’unicità delle esperienze con un viaggiatore sempre più attento e consapevole; l’attrattività delle destinazioni sarà pertanto fortemente legata alla capacità di generare valore rafforzando e promuovendo il rapporto tra ambiente, cultura e produzioni locali e offendo al turista un’esperienza di territorio integrata di qualità (Garibaldi, 2021).

Guardando alla Sardegna si osserva come la realtà geografica offra innumerevoli aree di pregio ambientale, ancora selvagge e incontaminate, in grado di rispondere alle più attuali esigenze turistiche: dalla domanda di ampi spazi (spiagge poco frequentate, vasti ambienti rurali) al desiderio di vivere esperienze turistiche autentiche ed arricchenti sperimentando il contatto diretto con le comunità locali e le produzioni tradizionali, dall’agroalimentare all’artigianato.

Tuttavia a fronte di tale molteplicità di risorse, in questo particolare momento ancor più rare e preziose, si rinvengono elementi di criticità legati sia alla mancanza di un’organizzazione sistemica dell’offerta turistica isolana sia a gap strutturali connessi al basso grado di penetrazione della banda ultra larga (Scanu et al, 2020) e alle ridotte competenze digitali degli occupati (Istat, 2021a), ma anche a un livello di conoscenza della lingua inglese inferiore alla media nazionale (EF EPI, 2019). Gli operatori dell’industria turistica sarda appaiono consapevoli delle nuove esigenze dei viaggiatori ma spesso si trovano impreparati. La domanda di prodotti artigianali autentici, ad esempio, quasi sempre fa riferimento ad aziende di piccole e piccolissime dimensioni per le quali i più semplici strumenti di marketing digitale o la conoscenza delle lingue straniere rappresentano un problema. Se dunque appare doveroso promuovere l’introduzione di nuove competenze nel settore dell’ospitalità si rende altresì indispensabile pianificare un modello di sviluppo territoriale che, tenuto conto della vocazione dell’Isola, ne favorisca la scoperta e la fruizione, attraverso politiche di sviluppo territoriali forti, coordinate e orientate al digitale, in grado di accordare le richieste dell’utenza con l’offerta di beni e servizi di eccellenza rinvenibili nel territorio.

Tecnologia, strategie e tecniche a favore dello sviluppo di un territorio

Nell’anno della pandemia il turismo può essere una leva di sviluppo economico e sociale, ma per rendere questo possibile occorre progettare l’accoglienza in un modo nuovo.

Se ancor prima del lockdown, le previsioni di crescita di alcuni settori economici, e tra questi il turismo, individuavano l’innovazione tecnologia e digitale come driver strategico per lo sviluppo, il Covid-19 ha determinato un’accelerazione senza precedenti nel processo di diffusione, impiego e acquisizione di competenze in ambito tecnologico con l’implementazione di modalità alternative di scoperta del territorio.

La Rete, nel 2020, si conferma il canale privilegiato per conoscere la destinazione, informarsi e organizzare la vacanza più in linea con i propri interessi e necessità. L’indagine Viaggi e Vacanze, curata da Istat, evidenzia come la prenotazione dell’alloggio on line si confermi la modalità preferita dagli italiani e vada acquisendo quote crescenti rispetto al passato (Istat, 2021b). A tal proposito è interessante notare come già nel 2019 oltre il 20% dei turisti nazionali impiegasse strumenti immersivi per esaminare un alloggio prima di prenotarlo o per pre-esplorare strutture e servizi turistici. (Marigonda, 2021). Tale comportamento si è andato ad accrescere e diversificare nel 2020 quando i tour virtuali sono stati largamente impiegati dai siti culturali per consentire la visita alle esposizioni e la realtà aumentata è andata ad arricchire numerose esperienze in loco.

Il panorama dell’offerta di servizi digitali legati alla promozione delle imprese e delle destinazioni turistiche è ampio e diversificato. Da un punto di vista tecnologico è possibile distinguere soluzioni più o meno evolute, dalle più semplici realizzabili in assenza di skills digitali avanzate (QR Code, cartografie interattive, tour virtuali in versione 2D sequenziale, foto e video a 360 gradi) alle più audaci, caratterizzate da sistemi multimediali immersivi in realtà virtuale e aumentata (Bonacini, 2014; Primi, 2017). La fruizione dei prodotti in realtà aumentata può avvenire attraverso dispositivi, dallo smartphone ad appositi occhiali intelligenti o telecamere indossabili, mentre la realtà virtuale prevede l’impiego di specifici dispositivi di visione. E’ utile notare che ad oggi sia la tecnologia (i software) che i visori (l’hardware) stanno diventando più accessibili a favore di una maggiore diffusione (Samarotto, Santo & Paparone, 2021).

Le opportunità offerte ai viaggiatori sono dunque molteplici. Tra le applicazioni più utili e utilizzabili in ambito turistico possiamo citare: le tecnologie che sfruttano la geolocalizzazione e consentono di  acquisire informazioni pratiche di contesto (orari e fermate degli autobus, orari di apertura e chiusura di servizi turistici ecc.) eventualmente con sistema di booking dedicato; le tecnologie che amplificano la conoscenza del territorio, come i QR code impiegati in sostituzione dei classici pannelli descrittivi con traduzione in più lingue; i tour virtuali pensati per esplorare un sito archeologico, un museo così come una camera d’albergo rimanendo a casa propria.  Infine, le applicazioni di realtà virtuale e aumentata, da considerarsi l’ultima frontiera in termini di amplificazione della fruizione turistica dei luoghi. Le app di realtà virtuale permettono di scoprire, in ambiente tridimensionale simulato, le attrazioni di un territorio; ne è un esempio il progetto Trentino Virtual Reality (https://www.trentinovr.com/) che sul proprio sito invita all’acquisto di un semplice kit con lenti dedicate che converte lo smartphone in un visore di realtà virtuale e anticipa l’esperienza turistica sulle Dolomiti attraverso contenuti coinvolgenti. Infine le app di realtà aumentata che, attraverso lo smartphone o appositi dispositivi di visione, permettono di osservare il mondo reale circostante con realtà virtuali sovrapposte così come ricevere in tempo reale i feedback prodotti dalla comunità dei social media su una molteplicità di punti di interesse (Balduini et al, 2012).

Alla luce di tali potenzialità applicative è pertanto indubbio che la competitività di una destinazione richieda oggi maggiori competenze digitali. Tuttavia si osserva che unitamente a tali skills divengano sempre più importanti, per gli operatori del turismo, le abilità comunicative. Partendo infatti dal presupposto che il valore di un luogo possa essere accresciuto da una sua maggiore conoscenza (Paladino, 2016) appare evidente come le scelte delle tecniche, degli strumenti e delle strategie per trasmettere ai viaggiatori la storia, le peculiarità e l’identità dei territori assumano un’importanza cruciale.

Se è vero che le nuove tecnologie di rappresentazione, quali la cartografia interattiva, la realtà virtuale e aumentata, sono preziosi strumenti di narrazione del territorio (Greco, 2016), questi appaiono insufficienti “senza adeguati apparati interpretativi” (Greco, 2016, p. 37). L’interpretazione e comunicazione del territorio ai pubblici diversi si affida oggigiorno ad una forma di divulgazione antica quanto raffinata, nota come tecnica dello storytelling ovvero l’arte di creare brevi storie coinvolgenti ed accattivanti. Tale approccio narrativo trae la sua efficacia dalla capacità di contribuire al processo stesso di formazione e radicamento dell’identità di un individuo, di un bene, come di un territorio, dall’attitudine ad influenzare il recettore del racconto nonché dal potere pervasivo della storia quando veicolata dal web e in particolare dai social network (Albanese, 2016; Albanese 2017).

Numerose e variegate sono le possibili applicazioni dello storytelling: nella didattica, nella rappresentazione dei dati, nella politica e soprattutto nel marketing. In quest’ultimo frangente la narrazione permette alle aziende piuttosto che alla governance di una destinazione turistica di entrare in contatto con le persone e fare leva sulla componente emotiva degli elementi del territorio (il paesaggio, la storia, la cultura) per costruire un’immagine positiva. Seppur tutte le risorse possano diventare oggetto di narrazione, alcune più di altre sono in grado di veicolare quei valori tanto ricercati dal viaggiatore contemporaneo; le risorse enogastronomiche rappresentano per esempio un medium privilegiato per trasmettere al consumatore identità locale e autenticità, rispetto degli antichi saperi e del patrimonio ambientale. Questo è il motivo per cui tra le varie applicazioni dello storytelling ne esiste una prettamente dedicata al cibo: il food storytelling.

Tra i precursori del food storytelling vi è certamente il movimento Slow Food che all’indomani della promulgazione del Regolamento UE n.1169/2011 sull’etichettatura dei prodotti alimentari avviava l’ambizioso progetto dell’etichetta narrante. Si tratta di un’iniziativa volta a garantire al consumatore un’informazione sul cibo più completa rispetto a quella fornita dall’etichetta tradizionale che si limita a definire la qualità del prodotto attraverso parametri chimico-fisici e microbiologici definiti per legge e misurabili (Lanzarotti, 2014). Secondo Slow Food il valore qualitativo del prodotto alimentare non può escludere l’informazione legata alla sua storia, alle specificità dell’area geografica di origine delle materie prime e del processo produttivo e pertanto tali aspetti necessitano di essere raccontati rendendo, da una parte, maggiore giustizia agli sforzi dei piccoli produttori e permettendo dall’altra al consumatore di effettuare scelte di acquisto più consapevoli. Partendo dunque dal presupposto che “soltanto la narrazione può restituire al prodotto di eccellenza il suo valore reale” (Baldareschi & Vecchiolino, 2014, p.3) la Fondazione Slow Food mette a disposizione dei produttori dei presìdi – e delle altre aziende che si ispirano alla sua filosofia – apposite linee guida organizzate per categoria merceologica (Baldareschi et al, 2014), che suggeriscono come raccontare il prodotto e come veicolare l’informazione attraverso semplici QR code che possono includere anche video e materiale multimediale.

Non da ultimo si rileva come il settore food sia al centro dell’emergente fenomeno delle degustazioni digitali dove il racconto del cibo e dell’azienda, la tecnologia e l’analisi sensoriale si fondono insieme e rendono possibile al food-lover così come al comune consumatore, interessanti esperienze di scoperta dei territori degustando eccellenze gastronomiche a distanza, immergendosi negli odori delle materie prime e ascoltando i contributi diretti dei produttori.

Strategie di sviluppo territoriale e network tra imprese: il caso delle Strade del Vino

In aree ove le peculiarità territoriali rivestono un ruolo fondamentale sotto il profilo economico ma anche sociale, la predisposizione di politiche e strategie per lo sviluppo non può prescindere dal coinvolgimento degli operatori, degli attori pubblici e delle comunità residenti al fine di raggiungere obiettivi di comune interesse. Si assiste dunque sempre più spesso alla creazione di reti orizzontali e verticali volte ad aggregare la pluralità delle eccellenze produttive ricadenti in un dato territorio per costruire prodotti turistici rispondenti agli interessi di una domanda esistente o ancora inespressa.

“La scoperta di processi di sviluppo che si svolgono lungo sentieri non previsti dalla teoria economica tradizionale, principalmente rivolta verso la grande impresa e i processi di concentrazione industriale, determina un progressivo ripensamento delle condizioni territoriali locali o, per meglio dire, del modello di ragionamento sotteso al trattamento delle stesse” (Governa, 2001, p. 1). Un cambiamento di paradigma questo che sta portando pian piano alla valorizzazione delle peculiarità del territorio attraverso significative azioni cooperative. A tal proposito modelli di sviluppo territoriale imperniati su sistemi reticolari sono le Strade del vino, istituite in Italia con la Legge 27 luglio 1999 n. 268 come “percorsi segnalati e pubblicizzati con appositi cartelli, lungo i quali insistono valori naturali, culturali e ambientali, vigneti e cantine di aziende agricole singole o associate aperte al pubblico […] strumento attraverso il quale i territori vinicoli e le relative produzioni possono essere divulgati, commercializzati e fruiti in forma di offerta turistica”.

Guardando al territorio regionale sardo le “strade del vino” sono sette, approvate con Decreto n. 0000041/DecA/1 del 14 gennaio 2009 sulle zone con produzioni a marchio Doc e Docg, quali il Cannonau, il Vermentino, il Carignano, il Nuragus, la Malvasia e la Vernaccia. Le Strade nel tempo riconosciute in base alle suddette produzioni sono le seguenti: la “Strada del Carignano del Sulcis”, la “Strada del vino Cannonau”, la “Strada del vino della Provincia di Cagliari”, “Strada della Vernaccia di Oristano”, la “Strada della Malvasia di Bosa”; la “Strada del Vermentino di Gallura Docg” e la “Strada del vino della Sardegna nord ovest”.

La Strada riunisce “una serie di soggetti che condividono gli stessi obiettivi e la stessa strategia andando a definire dei criteri di accesso, in modo che il livello qualitativo risulti simile e tenda verso un’eccellenza, con degli standard adeguati al turista, mettendo in rete le azioni. Ci sono dei risultati positivi che è possibile ottenere lavorando insieme” (Garibaldi, 2020, p. 3). Le Strade sono reti che connettono vari attori del territorio, pubblici e privati, capaci di cooperare tra di loro su un tema comune quale è il vino. Si fondano sulla costruzione di un network, costituito di servizi ed attività in grado di valorizzare uno dei noti vitigni, comunicare l’alto contenuto di territorialità e il carattere distintivo che proviene dall’unicità della terra d’origine. Il network, che ha posto come elemento cardine della strategia un prodotto di qualità, organizza percorsi turistici di valorizzazione dei tracciati, li comunica e li narra. Una fitta rete di interazioni, lungo una determinata rotta, fa diventare il territorio rurale un nodo attrattore dove le strade diventano un attore collettivo capace di restituire un’immagine coerente e unitaria di un ambito e non di tante individualità separate. È grazie alla presenza di degustazioni e visite guidate nelle cantine e nei vigneti, di menù dedicati nei ristoranti, di eventi, che viene data una spinta concreta all’affermazione della destinazione; dalla capacità di combinare questi elementi deriva la possibilità di attrarre turisti e di segmentare in maniera adeguata l’offerta turistica.

La capacità di unirsi attorno al tema del vino e di rappresentare un territorio con generazione di valore aggiunto per la destinazione e la sua comunità è resa evidente dall’esperienza della “Strada del vino Cannonau”, un’associazione nata nel 2009 per volere della Provincia di Nuoro. Essa non ha fini di lucro e persegue lo scopo di promuovere i luoghi di produzione del vino e le attività ad esso connesse al fine di incentivare una crescita economica.

L’associazione all’atto della costituzione, nel 2009, contava 20 soci fondatori, di cui 1 pubblico e 19 privati, ad oggi è composta da 90 associati, di cui 11 pubblici e 79 privati. Il progetto interessa 1 Camera di Commercio, 10 Enti locali 3 Consorzi di tutela, 23 cantine, 3 musei, 17 strutture ricettive, 24 ristoranti, 4 produttori agroalimentari, 3 negozi di vendita di aziende di prodotti tipici, 1 agenzia di servizi turistici, 1 tour operator.

Il territorio in cui si sviluppa la Strada ricomprende la vasta area che va dal Gennargentu e dal Supramonte e raggiunge il mare della costa orientale dell’isola, includendo le aree della Barbagia, Baronia, Ogliastra, Mandrolisai. La Strada Statale 131 D.C.N. può rappresentare il suo confine occidentale e può essere considerata la direttrice più comoda per raggiungere e accedere alla zona del Cannonau dal resto dell’isola. I comuni che ne fanno parte sono: Atzara, Bari Sardo Dorgali, Galtellì, Gavoi, Lodine, Lotzorai, Lula, Nuoro, Mamoiada, Meana Sardo, Oliena, Orgosolo, Orani, Orosei Ortueri, Olzai, Sorgono, Tertenia, Tortolì, Villagrande Strisaili, Jerzu. Il territorio può essere idealmente visitato attraverso 5 percorsi, questi possono considerarsi solo una traccia per itinerari giornalieri lasciando la libertà di creare un tour personalizzato lungo le vie del Cannonau al visitatore.

Obiettivo specifico attuale della Strada è quello di ampliare il numero di cammini e quindi l’offerta, in forma congiunta e coordinata, anche a seguito dell’acquisizione di nuovi soci. A partire da gennaio 2021 sono stati creati percorsi turistici esperienziali e sostenibili, sono stati costruiti dei pacchetti integrati prototipali che prevedono la possibilità di far vivere e conoscere il territorio di riferimento attraverso esperienze, dove il “Vino Cannonau” è l’elemento centrale, filo conduttore del viaggio. Le proposte create sono state pubblicate sulla piattaforma ufficiale della Strada e distribuite attraverso molteplici canali di vendita, sul mercato digitale e non. La Strada del vino Cannonau, pensata per mettere a sistema le risorse e le esperienze legate al mondo rurale,  può dunque considerarsi parte di un strategia di sviluppo territoriale.

 

Il modello LoQual Explorer

Coerentemente con le considerazioni esposte nei precedenti paragrafi, il lavoro tesaurizza gli esiti di una pregressa analisi del mercato turistico locale (Mariotti et al, 2016) della quale si recepiscono le tendenze della domanda e in relazione alle quali si intravedono opportunità di sviluppo per un’offerta integrata competitiva, purché organizzata in modalità sistemica e mediata da soluzioni innovative, persuasive e pervasive utili a stimolare la scoperta e “consumo” dei beni del territorio e ad innalzare il potenziale digitale della micro-imprenditorialità legata alle produzioni tradizionali e sostenibili.

L’indagine sopracitata ha reso possibile una definizione delle esigenze del viaggiatore in Sardegna: assumono rilievo le aree incontaminate, l’autenticità, la filiera corta e la genuinità dei beni; tali interessi sono ancora perfettamente in linea con le proiezioni del mercato turistico internazionale post Covid (Euronews & Globetrender, 2020). Il viaggiatore che, come noto, sceglie la propria meta on line in perfetta autonomia, necessita di informazioni puntuali su una pluralità di temi, in linguaggi e modalità immediatamente comprensibili e capaci di suscitare interesse.

Rispondendo alle suddette esigenze, nel presente lavoro si descrivono la progettazione e implementazione di un canale comunicativo/interattivo, denominato LoQual Explorer che vede gli operatori turistici e la pubblica amministrazione sinergicamente connessi tra loro e unitamente presenti nel sistema dell’offerta. La struttura reticolare opportunamente allestita soddisfa, al proprio interno, le esigenze di coordinamento tra imprese, mentre all’esterno connette la domanda con l’offerta turistica. Il network trova massima realizzazione nell’implementazione di un’offerta integrata digitalizzata veicolata da un sito web ospitante e codici QR che consentono al turista-consumatore di acquisire agevolmente informazioni sui beni e servizi “LOcali” e “di QUAlità” del territorio. I QR code vengono adesi sui menù dei ristoranti che partecipano al sistema LoQual Explorer.

La ristorazione “di qualità” riveste un ruolo chiave all’interno del sistema poiché rappresenta il principale luogo di passaggio del LoQual Finder, ovvero del viaggiatore che ricerca l’eccellenza e l’autenticità dei beni e servizi nella destinazione. Si assume infatti che il consueto tempo di attesa al tavolo del ristorante costituisca il momento ideale in cui il turista-consumatore, ben disposto a ricercare e ricevere informazioni, possa essere sostenuto dalla piattaforma LoQual Explorer nella lettura del menù, ricco di pietanze tipiche ma di non sempre facile comprensione per poi essere stimolato alla scoperta del territorio. Il viaggiatore viene così accompagnato nella conoscenza del cibo tradizionale, intrinsecamente legato al territorio, per esser poi indirizzato alla scoperta di altre eccellenze locali, dall’artigianato alle emergenze di pregio naturalistico e culturale, curate da operatori selezionati per la qualità dei servizi offerti e per il rispetto dell’ambiente.

In tabella 1 si riassumono schematicamente le finalità, il funzionamento e le condizioni d’uso dello strumento LoQual Explorer.

 

Tabella 1. Finalità e caratteristiche d’uso del modello di sviluppo territoriale LoQual Explorer.

Finalità LoQual Explorer è un modello di sviluppo territoriale imperniato sul networking tra imprese e volto alla divulgazione digitalizzata di informazioni sui beni e servizi “Locali” e “di Qualità” allestiti in un dato territorio.
Funzionamento L’utente, attraverso il proprio dispositivo mobile, inquadra i QR Code adesi sui menù dei ristoranti che partecipano al sistema LoQual Explorer e viene indirizzato ad una piattaforma che mette a disposizione una varietà di informazioni individuate come più interessanti (vedi servizio iniziale e derivato).
Servizio iniziale Il sistema fornisce:
– l’elenco degli ingredienti di una data pietanza con evidenza degli ingredienti locali;
–  le informazioni sulla peculiarità della pietanza e sulla ricetta;
–  un approfondimento sugli ingredienti DOP, IGP e Prodotti Agroalimentari Tradizionali (una descrizione sul processo di lavorazione e la storia);
–  un approfondimento speciale sugli ingredienti che provengono da imprese selezionate per la qualità e rispetto dei principi di sostenibilità ambientale. La valorizzazione dell’azienda agroalimentare e dei suoi prodotti viene resa attraverso contenuti di testo descrittivi realizzati adottando le linee guida Slow Food per la costruzione di etichette narranti.
Servizio derivato Il sistema propone all’utente in quali altri luoghi fruire di beni qualità:
–  suggerisce i prodotti dell’artigianato locale, i luoghi d’acquisto e le informazioni per raggiungerli;
–  suggerisce i luoghi di pregio naturalistico e culturale fruibili attraverso operatori turistici selezionati per la qualità del servizio offerto e il rispetto dell’ambiente (es. guide turistiche, noleggio veicoli elettrici, noleggio bici, ecc.); vengono fornite informazioni utili ad una più agevole consultazione e prenotazione;
–  riporta l’elenco completo delle attività di ristorazione di qualità aderenti al sistema; si forniscono informazioni su accessibilità, storia del locale/proprietario e atmosfera.
Condizioni per l’utenza Dispositivo mobile con applicazione per la lettura dei QR-Code e connessione a internet

Fonte: Elaborazione a cura degli autori.

LoQual Explorer: l’applicazione del modello nella città sarda di Alghero

Il modello geo-economico LoQual Explorer è uno strumento finalizzato al potenziamento della competitività e dello sviluppo territoriale di lungo periodo ed è pensato per essere applicato in quei contesti ove, a fronte della presenza di un’offerta di risorse locali e autentiche e di discreti flussi turistici, si intravedano interessanti margini di crescita della competitività della destinazione attraverso l’uso strategico della tecnologia e delle tecniche comunicative.

Nel presente lavoro il sistema LoQual Explorer viene sperimentato nella città sarda di Alghero come azione pilota del progetto Interreg CIEVP Compétitivité et Innovation des Entreprises del Villes Portuaires, finanziato dal programma europeo di cooperazione transfrontaliera Italia – Francia Marittimo 2014 – 2020. Tale progetto vedeva il Dipartimento di Scienze Umanistiche e Sociali dell’Università degli Studi di Sassari impegnato come partner scientifico dell’amministrazione comunale di Alghero nell’elaborazione di un piano di azione locale per l’innalzamento della competitività internazionale delle piccole e medie imprese nella filiera prioritaria transfrontaliera legata alla crescita blu e verde.

Da un punto di vista operativo l’attività ha visto l’individuazione delle capabilities territoriali che, messe a sistema, potessero concorrere alla definizione di un prodotto turistico integrato. Queste sono state rinvenute nella lavorazione e commercializzazione del Corallo Rosso, risorsa identitaria della città di Alghero, nella ristorazione autentica realizzata impiegando ingredienti locali non di rado provenienti da realtà agroalimentari in possesso di standard qualitativi ambientali certificati e, infine, dalla filiera del turismo ambientale e culturale ricadente nell’area protetta del Parco Naturale di Porto Conte. Di seguito alla ricognizione delle aziende presumibilmente coerenti con le finalità del progetto, è stata avviata un’attività partecipativa volta a informare e coinvolgere gli operatori economici sugli obiettivi generali del lavoro e contestualmente chiarire l’impegno richiesto alle diverse categorie imprenditoriali per poter aderire all’azione pilota LoQual Explorer.

Qui di seguito in tabella 2, una sintesi dell’impegno sottoscritto dalle aziende aderenti, a seconda del settore strategico di riferimento.

Tabella 2. Il protocollo di intesa sottoscritto dagli operatori economici inseriti nel network del progetto CIEVP, azione pilota LoQual Explorer.

  Filiera del Corallo Rosso di Alghero Filiera della Ristorazione Autentica Filiera del turismo ambientale e culturale
Tipologia operatori Artigiani, assemblatori e commercianti Aziende agroalimentari Ristoranti Operatori del turismo ambientale e culturale
Requisiti di partecipazione al sistema LoQual Explorer Aziende aderenti ad azioni a favore della tutela e valorizzazione della qualità del Corallo Rosso di Alghero. Aziende produttrici rispettose dell’ambiente e del territorio Operatori caratterizzati dall’offerta di menù che includono ricette tradizionali e impiego di ingredienti tipici locali Servizi turistici orientati alla valorizzazione del patrimonio identitario e ambientale.
Periodo di apertura al pubblico superiore ai 9 mesi per anno
Azioni richieste ai partecipanti Individuazione di un manufatto da promuovere nella piattaforma LoQual Explorer.
Foto e informazioni su prodotto e azienda.
Elenco dei prodotti realizzati e commercializzati dall’azienda.
Foto e informazioni su prodotti e azienda.
Predisposizione di un menù tradizionale realizzato impiegando prodotti locali (con preferenza per quelli forniti da aziende sostenibili inserite nel network CIEVP)
Foto e informazioni su pietanze, provenienza degli ingredienti e storia dell’azienda.
Elenco dei servizi forniti.
Foto e informazioni sulle caratteristiche dei servizi.
Fornire informazioni sull’accessibilità fisica e linguistica dell’azienda
Aderire agli itinerari tematici e disponibilità a stipulare accordi a favore della vitalità del network.

Fonte: Elaborazione a cura degli autori.

Il progetto ha interessato nel complesso 31 operatori economici, di questi 7 attività della ristorazione, 11 aziende agroalimentari, 4 società impegnate nel turismo ambientale e culturale e 9 licenziatari del Marchio del Corallo Rosso di Alghero (Corallium Rubrum Ad Alghero).

Come da richiesta, i ristoratori hanno strutturato e proposto i loro menù tradizionali accogliendo l’invito ad inserire gli ingredienti realizzati dalle imprese agroalimentari appartenenti al network e innalzando la quota di materie prime di provenienza locale. Sono stati di seguito richiesti dettagli sulle peculiarità delle pietanze nonché sulla storia dell’attività.

Le aziende agroalimentari, a loro volta, hanno messo a disposizione le principali informazioni sulle rispettive produzioni per poi essere contattate singolarmente dai ricercatori al fine di acquisire i dettagli necessari alla redazione di contenuti di testo ispirati alle etichette narranti Slow Food. In tabella 3 si illustra lo schema seguito nella raccolta delle informazioni.

Tabella 3. Raccolta dati sui prodotti agroalimentari e sulle aziende coinvolte nell’azione pilota LoQual Explorer. Le informazioni richieste richiamano la struttura proposta da Slow Food per la creazione delle Etichette Narranti (Baldareschi et al, 2014).

Gli ingredienti del Territorio
L’azienda agroalimentare Denominazione
Dove si trova
Chi sono i proprietari e qual è la loro storia
Cosa produce
Il territorio e le varietà coltivate (o le razze allevate) Descrizione delle varietà vegetali coltivate o delle razze animali allevate evidenziando il legame esistente tra queste e le caratteristiche pedoclimatiche dell’area geografica di produzione.
Il processo produttivo Descrivere il processo produttivo evidenziando quegli elementi che unitamente alle caratteristiche della materia prima rendono il prodotto unico e identitario di quel territorio.
Curiosità sul prodotto o sull’azienda Descrivere eventuali note sul prodotto (ad esempio aspetti salutistici, modalità ottimali di conservazione) o sull’azienda (ad esempio attività diverse da quella produttiva come agriturismo, fattoria didattica ecc.)
Dove è possibile acquistare il prodotto Ristoranti, attività commerciali e mercati dove è possibile acquistare il prodotto.
Eventuale canale di e-commerce

Fonte: Elaborazione a cura degli autori.

In figura 1 si mostra come i dati siano stati resi adottando semplici accorgimenti narrativi volti ad enfatizzare quei valori maggiormente ricercati dal turista contemporaneo, quali la sostenibilità ambientale, l’autenticità e non ultima la tradizione familiare.

Figura 1Un esempio di contenuto di testo predisposto per LoQual Explorer.  Le informazioni raccolte sono state rielaborate secondo le linee guida delle etichette narranti Slow Food (Baldareschi et al, 2014). Fonte: Elaborazione a cura degli autori.

 

Coerentemente al piano di valorizzazione integrata, anche le società impegnate nel turismo naturalistico e culturale e le piccole imprese della filiera del Corallo Rosso di Alghero hanno fornito il proprio contributo informativo. Gli operatori turistici, come da richiesta dei ricercatori, hanno individuato quelle informazioni tali da consentire al viaggiatore l’organizzazione della giornata di vacanza e ispirarlo alla scoperta del territorio. Le informazioni sono state rielaborate dal gruppo di ricerca e rese attraverso contenuti di testo e StoryMap (Fig.2).

Figura 2Un esempio di StoryMap orientato alla scoperta del territorio attraverso i servizi turistici offerti dagli operatori coinvolti nell’azione pilota LoQual Explorer. Le informazioni sono rese mediante lo strumento open source StoryMapJS. Fonte: Elaborazione a cura degli autori.

Gli operatori della filiera del Corallo Rosso di Alghero sono stati inizialmente intervistati presso la propria attività, fornendo informazioni inerenti il negozio, la proprietà e le produzioni, per poi essere coinvolti, durante il convegno Smart Tourism Destination, in un laboratorio di video storytelling. In occorrenza della seconda giornata del convegno, dedicata alle imprese, sono state infatti effettuate interviste e riprese agli artigiani che hanno permesso la realizzazione di cinque brevi cortometraggi (Fig. 3) volti a descrivere il legame esistente tra gli operatori della filiera del Corallo Rosso e la pregiata materia prima.

Figura 3Screenshot da Storie di Corallo (Luisa Cutzu, 2020) realizzato nell’ambito del Convegno il Corallo Rosso di Alghero.

Ultimata la creazione dei contenuti di testo volti a descrivere e valorizzare le risorse del territorio di Alghero si è proceduto con l’allestimento del sistema di collegamenti ipertestuali. Il modello geoeconomico LoQual Explorer, infatti, pensato per cogliere il desiderio di conoscenza del LoQual Finder su una pietanza locale e amplificarlo e proiettarlo verso la pluralità di risorse culturali e ambientali del territorio, ritiene strategica non solo la rete fisica (la partnership tra imprese) ma anche quella virtuale. Una navigazione dei contenuti ben strutturata consente di andare oltre l’ostacolo della fissità e linearità del testo scritto (Calvani, 1994) e rende possibile un processo di connessioni che segue e stimola la mente del viaggiatore alla scoperta delle eccellenze della destinazione lasciando tuttavia al singolo la scelta del livello di approfondimento della conoscenza. I contenuti di LoQual Explorer sono attualmente ospitati sul sito algheroturismo.eu presso una sezione dedicata al progetto Interreg CIEVP e alle Eccellenze del Territorio. Difficoltà gestionali insorte a seguito dell’emergenza sanitaria non hanno ancora reso possibile l’integrazione dei QR code sui menù dei ristoranti, tuttavia, è possibile sfogliarli on line e scoprire le peculiarità delle pietanze e degli ingredienti per poi approfondire la storia delle aziende produttrici e dei servizi turistici allestiti nel territorio del Parco Naturale di Porto Conte.

 

Considerazioni conclusive

Richiamando il quadro teorico illustrato nell’introduzione e facendo tesoro dell’esperienza fin qui condotta con l’implementazione del modello LoQual Explorer possiamo affermare che le opportunità per lo sviluppo dei territori sono tanto maggiori quando unitamente agli attrattori materiali ed immateriali “di pregio” coesistono elementi chiave per l’organizzazione di un prodotto turistico competitivo: il dialogo e l’alleanza tra gli operatori, modalità di divulgazione del patrimonio territoriale efficaci dal punti di vista tecnologico e narrativo e un approccio guidato da criteri di sostenibilità.

Lo studio delle tendenze di viaggio dei turisti nel post Covid-19 pone attualmente la Sardegna – oasi di benessere, selvaggia e autentica – in una condizione di potenziale vantaggio ma, contestualmente, la ricerca continua di informazione e di prodotti e servizi emozionanti e coinvolgenti, rende evidenti i limiti strutturali dell’offerta isolana, notoriamente afflitta da gap tecnologici che rallentano i processi di sviluppo turistico sempre più imperniati sul digitale. Tuttavia, piccoli e grandi passi si stanno compiendo e gli operatori economici, talvolta coadiuvati dal mondo della ricerca e dalle amministrazioni locali come nel caso dell’esperienza LoQual Explorer, sperimentano approcci coesivi, innovativi e tecnologicamente più avanzati per offrire alla propria utenza un prodotto più completo, emozionante e fruibile.

Laddove esistevano esclusivamente competitors nascono alleanze e l’offerta turistica si orienta verso logiche di rete di cui anche le Strade del Vino rappresentano un esempio vincente. Le strategie di comunicazione, sconosciute o semplicemente trascurate, non di rado vengono affidate a competenze specialistiche e applicate nell’allestimento dei contenuti dei siti web, nella gestione delle recensioni on line e nella promozione dei prodotti e servizi turistici sui canali Social.

LoQual Explorer, nato per valorizzare e promuovere le risorse locali e di qualità incoraggia le connessioni dirette tra la micro-imprenditorialità legata alle produzioni tradizionali sostenibili e la ristorazione che, forte di un contatto più assiduo e immediato con il turista, riveste il ruolo strategico di ambasciatore delle eccellenze del territorio generando, attraverso un sistema di informazione dinamico e interattivo, valore aggiunto per le altre componenti del prodotto turistico.

Appare dunque fondamentale non solo mantenere alta la bontà dei beni e servizi offerti ma investire quanto più tempo, risorse e competenze nella qualità della comunicazione attraverso contenuti aggiornati, completi e coinvolgenti dal punto di vista narrativo. Tali accorgimenti, unitamente alla cooperazione tra imprese permettono di perseguire risultati soddisfacenti seppur attraverso soluzioni digitali semplici, quali i QR-code coniugati alla logica ipertestuale. E’ altrettanto evidente che tali risultati possono solo andare ad accrescersi mediante l’adozione delle più moderne applicazioni digitali in grado di sfruttare il potenziale comunicativo innovativo delle nuove tecnologie (realtà virtuale e aumentata) per offrire all’utenza l’ambita esperienza immersiva nella destinazione.

Declaration

La ricerca qui presentata è supportata dal "Fondo di Ateneo per la ricerca 2019" (Università degli Studi di Sassari). L’articolo è frutto del comune lavoro dei quattro autori. Tuttavia il paragrafo 1 è da attribuire a G.Mariotti, i paragrafi 2 e 3 a M.V. Camerada, il paragrafo 4 a M. Marongiu e i paragrafi 5 e 6 a S. Carrus.

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Cite this article

Mariotti G., Camerada M., Carrus S. et al. (2021) Digital information tools to support the sustainable development of the territory: the LoQual Explorer model. EATSJ - Euro-Asia Tourism Studies Journal, Vol.2021, ( Special Issue in Italian ). https://doi.org/10.58345/CKRG3327.

Received: | Accepted: | Published online: 28 November 2021
Volume: 2021 | Issue: Special Issue in Italian |

DOI: https://doi.org/10.58345/CKRG3327

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Authors


GM

Gavino Mariotti
Dipartimento di Scienze Umanistiche e Sociali, Università di Sassari (Italy)


MC

Maria Veronica Camerada (Corresponding author)
Dipartimento di Scienze Umanistiche e Sociali, Università di Sassari (Italy)


SC

Silvia Carrus
Dipartimento di Scienze Umanistiche e Sociali, Università di Sassari (Italy)


MM

Marialetizia Marongiu
Dipartimento di Scienze Umanistiche e Sociali, Università di Sassari (Italy)

Digital information tools to support the sustainable development of the territory: the LoQual Explorer model by Gavino Mariotti, Maria Veronica Camerada , Silvia Carrus , Marialetizia Marongiu is licensed under Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International