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JOURNAL OF EURO ASIA TOURISM STUDIES

VOLUME III – December 2022
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Tourism in the Time of Covid-19. An Empirical Analysis of the of the Pandemic Effects on Sardinian Tourism in the European Context

Introduzione. Il turismo al tempo del Covid-19

Tra gli shock economici che a vari intervalli vanno a contrastare l’economia globale, l’epidemia da Covid-19, sviluppatasi fin dai primi mesi del 2020, si distingue per l’emergenza sanitaria di vastissima portata geografica che ha coinvolto tutti i continenti, e si affianca all’emergenza economico-finanziaria che spesso accompagna avvenimenti di tale rilievo.

Alcuni settori, in maniera superiore rispetto ad altri, hanno subito delle battute d’arresto fin dal comparire della consapevolezza di una diffusione geografica del morbo accelerata, rispetto ad altre precedenti, dai movimenti di popolazione e merci[1] favoriti dall’intenso fenomeno della globalizzazione. Il settore turistico, fra le prime economie a livello mondiale, pur presentando solitamente una resilienza alle condizioni avverse, ha registrato un crollo massiccio e prolungato delle proprie attività.

Se il UNWTO (2021a) nel novembre 2019 riportava dati in crescita, seppur non in linea con i due anni precedenti (2017, 2018), nel report annuale del dicembre 2020 denuncia una brusca frenata degli arrivi internazionali causata dal lento contenimento del virus.

Il 2019 assiste infatti a una crescita del 4% di essi nel periodo gennaio-settembre rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, contando circa 1,1 miliardi di arrivi, tuttavia il rallentamento dell’economia mondiale, le tensioni commerciali, l’intensificarsi delle sfide geopolitiche, i disordini sociali, hanno causato una crescita più moderata della domanda turistica se confrontata con i dati del 2018, anno in cui l’incremento degli arrivi e delle entrate di turisti internazionali ha superato l’economia mondiale, poiché le esportazioni turistiche sono cresciute più rapidamente delle esportazioni di merci (UNWTO, 2019).

All’epoca, tuttavia, non vi era alcun sentore della pandemia che pochi mesi dopo avrebbe invaso, in tempi diversi ma inesorabili, l’intero globo tanto da far registrare, nel periodo gennaio-ottobre 2020, una diminuzione del 72 % degli arrivi internazionali che si traducono in 900 milioni di arrivi in meno e in una perdita di 935 miliardi di dollari in entrate da esportazioni dal turismo internazionale, più di 10 volte tanto rispetto alla perdita causata nel 2009 dalla crisi economica globale (UNWTO, 2021b).

L’arresto del turismo ha avuto un effetto domino sull’economia in generale, considerata la natura interconnessa del settore, con il rischio conseguente di perdita diretta e indiretta di milioni di posti di lavoro. Una ricerca del WTTC (2020a) mostra come tale industria, nel 2020, abbia perso circa 4,7 trilioni di $ USA facendo mancare il proprio contributo al PIL nella misura del 49% rispetto al precedente anno, e con la perdita di 62 milioni di posti di lavoro, pari a un calo del 18,5%.

Le istituzioni, a diversi livelli, ben presto hanno iniziato a lavorare su due fronti, la sanità e la ripresa del mondo del lavoro le cui variabili, – dipendenti dall’andamento del virus, e ormai dalla possibilità e velocità delle vaccinazioni, dalle riaperture dei confini e dalle differenti politiche adottate dagli Stati e dalle regioni all’interno degli stessi -, rendono la ripresa stessa assai complicata e incerta (Morvillo, Becheri, 2020).

La testata economica del sole24ore (2019) definisce il turismo quale asset economico primario per l’Italia il cui valore incide sul PIL nella misura del 12% a fronte di 4,2 milioni di occupati nel settore, dato per cui il Paese è leader in Europa (Bartoloni, 2020).

Nel 2020, tuttavia, a seguito della pandemia da Covid-19, i flussi turistici nei Paesi europei subiscono un profondo shock, e i dati riferiti all’Italia, relativi ai primi tre trimestri dello stesso anno, sono in linea con il trend europeo. Particolarmente colpiti risultano essere i mesi di marzo, aprile e maggio, momenti in cui le presenze quasi si azzerano negli esercizi ricettivi, esse rappresentano appena il 9% di quelle registrate nello stesso periodo del 2019; si distingue particolarmente per la propria assenza la componente straniera (-93,1%) rispetto a quella domestica (-63,3%). Durante il trimestre estivo è il turismo interno che favorisce quel lieve recupero del settore orientandosi maggiormente verso un turismo montano, caratterizzato per sua natura da un minore affollamento, e indirizzandosi verso “comuni a vocazione culturale, storico, artistica e paesaggistica”, luoghi in cui l’ampia possibilità di una ricettività di tipo extra-alberghiero consente un maggiore distanziamento[2]. I turismi più tradizionali e a più alta redditività, città d’arte e località balneari, hanno invece evidenziato maggiormente le problematiche e la crisi create dall’emergenza sanitaria (Istat, 2020).

Le epidemie hanno un andamento alternante che contemplano fasi di diffusione e di rallentamento, esse si basano sia sulla frequenza e sul numero di contatti, sia sulle stagioni e sugli interventi sanitari posti in essere per ridurre la circolazione del virus[3]. Di sostegno, le precauzioni adottate a livello politico e dai diversi Stati incidono sulla diffusione del morbo. Così, puntualmente, la seconda ondata di contagi da Covid-19 ha ripreso il proprio operato in vari paesi del mondo, a livello nazionale nell’autunno del 2020 aveva già interessato un numero di italiani 8 volte superiore rispetto alla prima (Giorgi, Gennaio 2021), mentre l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ne paventa una terza se non venissero adottate interamente le misure di controllo poiché alcuni Paesi hanno già mostrato un terzo aumento di casi.

I dati pubblicati dal UNWTO nel gennaio 2021 mostrano un ulteriore calo dell’87% degli arrivi di turisti internazionali rispetto allo stesso periodo del 2020, in tutte le regioni del mondo. Con il 32% delle destinazioni che presentano chiusure complete delle frontiere e un altro 34% con chiusura parziale, l’Organizzazione del turismo prevede una diminuzione degli arrivi, per il primo trimestre del 2021, del 85%, ma auspica l’introduzione di protocolli armonizzati fra paesi quale, ad esempio, il certificato verde digitale pianificato dalla Commissione europea per far ripartire il settore[4].

La campagna di vaccinazione ha comunque prodotto nuove condizioni per la ripartenza di molti paesi, in Italia essa, che ha preso il proprio avvio a fine dicembre 2020, è stata fondamentale nel favorire le attenuazioni delle misure di contenimento dovute all’emergenza sanitaria, andando a impattare positivamente nella ripresa dei vari comparti economici particolarmente colpiti, quali il terziario, e fra tutti il turismo per cui prevalgono previsioni favorevoli sugli ordini e la domanda in generale (ISTAT, Luglio 2021).

Gli studi delle associazioni Assoporti e Assaeroporti offrono visioni positive per la mobilità della stagione turistica nazionale dell’estate 2021 individuando, per esempio, le crociere quale migliore strumento di marketing territoriale per l’Italia offrendo una generale e attenta strategia di sicurezza per i passeggeri (Assoporti, Luglio 2021).

In Italia, nei primi sei mesi del 2021, si assiste a un lento ma progressivo miglioramento dei dati del traffico, favorito, come su affermato, dal costante aumento delle vaccinazioni e conseguentemente dalle riaperture dei collegamenti nazionali e internazionali (in particolare europei). I passeggeri aeroportuali sono aumentati da gennaio (80 mila) a maggio (140 mila) di circa 60 mila unità, registrando a giugno 327 mila passeggeri, più che raddoppiando così gli ingressi nel nostro paese. Resta tuttavia assai significativa la differenza con i dati pre-pandemia che potrebbero comunque ottenere un ulteriore miglioramento grazie all’introduzione del Green pass europeo avvenuta il 1° luglio (Assaeroporti, Giugno 2021).

Per far fronte a questa calamità dettata dalla pandemia Covid-19, l’Italia si è dotata del piano finanziario straordinario approvato nel luglio 2020 dal Consiglio Europeo per cui le ingenti risorse stanziate rappresentano non solo una ripresa ma una svolta nel panorama di sviluppo politico sociale e ambientale del proprio contesto e del panorama europeo e mondiale. Il PNRR per dare concretezza ai suoi obiettivi persegue molte linee di azione a loro volta ulteriormente declinate, tra esse il Piano sottolinea il forte impatto del turismo sulla competitività poiché paesaggio e patrimonio culturale, essendo tra essi strettamente legati, detengono una forte capacità attrattiva. Non a caso il turismo, sempre associato nel documento alla cultura e alla filiera tutta, gode di un impiego di risorse di 8,00 miliardi di euro, tali settori, fondamentali in termini di valore economico e occupazionale, rappresentano infatti il 12% del PIL nazionale (Consiglio dei Ministri, Gennaio 2021).

Destinazione Italia. Sardegna regione ambita

Al sorgere della pandemia, in attesa delle coperture vaccinali, la strategia di difesa dal contagio adottata da molti governi ha previsto l’introduzione di misure restrittive di movimento e la sospensione di attività non essenziali, con periodi di lockdown più o meno estesi dal punto di vista spaziale e temporale. La filiera del turismo italiano è stata profondamente interessata da tali provvedimenti, essendo prevalsa l’interpretazione del turismo quale attività di carattere voluttuario e non essenziale (Angeloni, 2021).

Ma è forse proprio per quest’ultima affermazione che il settore presenta una forte capacità di resilienza in risposta alle crisi economiche, sanitarie, ambientali e agli atti terroristici che spesso ne sono stati i principali artefici e ha mostrato la propria capacità di inversione del trend in periodi che variano dai 7 ai 12 mesi (Morvillo, Becheri, 2020). Seguendo questa idea, nonostante il succedersi delle varie ondate del Covid-19 più o meno impattanti nei diversi paesi, il presente lavoro propone un’indagine condotta sulla domanda turistica di alcuni campioni di individui mediante un questionario proposto nel 2020 e riproposto nel 2021.

 

Questionario 2020 e analisi dei dati

I primi due questionari (uno in italiano e il secondo in inglese, per raggiungere più persone a livello europeo), che indagano sulle vacanze del 2020, sono stati diffusi tramite Social Network, attivi da maggio a luglio 2020 e hanno ricevuto risposte ambedue da circa 500 intervistati.

Nel questionario diffuso in Italia la nazionalità maggiormente presente è quella italiana e rappresenta il 93% del totale. La restante percentuale consiste nel 4% cinese, e nel 3% appartenente ad altre nazionalità, tra cui albanese, ucraina e francese. La classe di età maggiormente rappresentata è quella che va dai 35 ai 44 anni ed un minimo numero di intervistati ha un’età superiore ai 65 anni. Il livello d’istruzione più diffuso è la laurea triennale/quadriennale o specialistica/magistrale, il 9% possiede un dottorato di ricerca.

Osservando il questionario proposto agli abitanti degli altri Paesi europei è possibile riscontrare che la nazionalità delle persone intervistate è decisamente ampia. Il numero dei tedeschi è il più alto ed è pari al 7,2% del totale. Percentuali simili si hanno anche per i francesi, spagnoli e olandesi. La presenza di intervistati di altre nazionalità europee è di circa il 4/5% ognuno. È stata registrata anche una piccola percentuale di cinesi, statunitensi, sudcoreani e australiani. La classe di età compresa tra i 25 e i 34 anni è la più elevata, a differenza del questionario diffuso in Italia l’età media è compresa tra i 35 e i 44 anni. In questo campione è possibile contare un maggior numero di over 65 rispetto al campione degli italiani. Il livello d’istruzione raggiunto dagli europei è stato prevalentemente la laurea triennale. Un minor numero, rispetto all’Italia, ha ottenuto la laurea magistrale o il dottorato di ricerca.

Per quanto riguarda le domande inerenti alle conseguenze che il Covid-19 ha avuto sul turismo, è stato chiesto agli intervistati se avessero intenzione di viaggiare durante questa emergenza sanitaria.

Nella primavera del 2020, il 53% degli italiani, e il 42% del secondo campione, ha dichiarato di voler viaggiare per vacanza durante l’anno, a fronte del 63% del 2019 (dati.istat.it), il 5% per lavoro, il 2% per altri motivi.

La scelta del viaggio

 

Grafico 1 Grafico 2

La destinazione turistica più ambita dagli italiani per le vacanze del 2020 è stato il proprio paese, scelta dal 70%. Una piccola percentuale di italiani ha scelto altri Paesi come la Croazia e la Grecia e nessuno di loro ha p per la propria vacanza un Paese fuori dall’Europa. Destinazioni simili sono state rilevate dall’Istat nel 2019, in cui la maggior parte degli italiani ha visitato la Spagna, la Francia e l’Italia (dati.istat.it). Le risposte a questa domanda ricevute dagli europei sono analoghe a quelle degli italiani, ma con un maggior numero di destinazioni. Le mete più ambite sono la Spagna, l’Italia, Malta e la Croazia. C’è anche chi ha visitato Paesi extra europei come la Tailandia, il Giappone e l’Australia. Successivamente è stato chiesto quale fosse la tipologia di turismo che è solito praticare per metterla a confronto con quella che avrebbe scelto nel 2020. La maggior parte degli italiani ha dichiarato di trascorrere le proprie vacanze in prossimità del mare ed una piccola percentuale preferisce la cultura, la natura o le montagne. Per il 2020 si può notare un aumento nella scelta delle località balneari, contrariamente a quanto è accaduto alle città d’arte in cui il numero di visitatori è diminuito drasticamente (si è passati dal 10% al 5% nel 2020). Osservando le risposte ottenute alla stessa domanda rivolta agli abitanti degli altri Paesi europei, si può notare che nel 2020 predominano i viaggi che contemplano il contatto con la natura, tra cui le montagne e le spiagge. In aumento anche il numero di persone che ha preferito visitare la propria famiglia. In seguito è stato chiesto se si vorrebbe viaggiare in Italia e il 97% degli italiani ha risposto affermativamente a questa domanda. La Sardegna, la Puglia e la Sicilia sono le regioni che la maggior parte di loro sceglierebbe nel 2020. Mentre, secondo i dati dell’Istat, nel 2019 sono state la Toscana, l’Emilia-Romagna e la Lombardia ad avere il maggior numero di turisti italiani (dati.istat.it). Per quanto riguarda gli europei, anche il 58% di essi ha risposto in maniera affermativa a questa domanda.

 

L’Italia è ambita?

Grafico 3

Grafico 4

Di questi, il 32% ha scelto la costa adriatica, senza specificare nessuna particolare località. Si può notare anche in queste risposte la presenza della Sardegna, scelta dal 12%. Molti altri hanno preferito in particolare città come Lignano, Venezia e Rimini.

Nella domanda successiva l’interesse si sposta verso la Sardegna e dalle risposte è emerso che il 58% degli italiani e il 45% degli europei vorrebbe visitare l’Isola.

La Sardegna come meta

Grafico 5 Grafico 6

Quasi tutti vorrebbero trascorrere la propria vacanza nelle spiagge della Sardegna, anche se un discreto numero di europei sarebbe più interessato alla cultura e alle zone montane dell’isola.

In merito alla struttura di pernottamento, gli hotel 3 stelle e le case vacanze sono state scelte dalla maggior parte degli italiani nel 2020. La maggior parte degli abitanti degli altri Paesi europei, oltre che negli hotel 3 stelle, alloggerebbe anche negli ostelli.

Per quanto riguarda la durata della vacanza, più della metà degli italiani trascorrerebbe una settimana nell’Isola e il 26% solo 2 o 3 giorni. Andando a calcolare la media delle notti di pernottamento, si può constatare un aumento della durata media delle vacanze nel 2020 che è di circa 9 notti, mentre nei dati dell’Istat è stata rilevata una media di 5,6 notti nelle vacanze del 2019 (dati.istat.it). La percentuale degli europei che vorrebbe trascorrere una settimana in Sardegna è pari al 38% del totale, mentre il 32% solo 2/3 giorni. Un minor numero di italiani ed europei ha dichiarato che questa vacanza dovrebbe durare due settimane o anche un mese.

Andando ad analizzare i dati riportati sul quotidiano Il Sole 24 Ore, nell’edizione del 28.09.2020, si può osservare quali siano state le destinazioni turistiche effettivamente degli italiani nelle vacanze dell’estate 2020. Il Paese più visitato dagli italiani è stata la propria Italia. (ilsole24ore.com, 28.9.2020). Dunque, come è stato possibile osservare anche dalle risposte ottenute dal questionario, la maggior parte dei viaggiatori italiani che non ha rinunciato alle vacanze anche in questo periodo di pandemia, si è sentita più sicura rimanendo dentro i confini della propria nazione. Le destinazioni turistiche dell’Italia maggiormente visitate sono state Positano, Amalfi, Lido di Jesolo, Bibione, Roma, Firenze e Napoli. I turisti italiani che si sono recati fuori dall’Italia hanno visitato Francia, Grecia, Spagna e Germania (ilsole24ore.com, 14.9.20).

Dati molti simili sono stati ottenuti nel questionario, in cui gli intervistati italiani che avevano dichiarato di voler viaggiare fuori dall’Italia avevano scelto la Croazia, la Grecia, la Francia, la Spagna e l’Olanda.

Grafico 7

Per quanto riguarda il turismo in Sardegna, il numero di turisti che l’isola ha ospitato nell’estate del 2020 sono stati circa 10 milioni (unionesarda.it 09.09.2020), a fronte dei 30 milioni del 2019 (lanuovasardegna.it, 26.04.2019).

In tale anno la maggior parte dei turisti della Sardegna erano italiani e solo il 7% stranieri, mentre nel 2019 il 51% non erano italiani (ansa.it 08.10.2020). Anche i viaggiatori stranieri pare abbiano preferito rimanere dentro il proprio Paese per le vacanze durante questa emergenza sanitaria.

In merito alle domande volte a determinare le conseguenze che il Covid-19 ha sviluppato nel comportamento dei turisti, è stato chiesto agli intervistati di ordinare in una scala da 1 a 10 l’importanza dei requisiti che la struttura scelta per le proprie vacanze del 2020 avrebbe dovuto soddisfare. La maggior parte degli italiani, che nel questionario del 2020 ha dichiarato che avrebbe viaggiato durante l’anno, ritiene decisamente importante la disponibilità di prenotare e pagare tramite dispositivi Smart, dato che ha assegnato 10 punti di importanza su 10 a tale requisito. Una piccola percentuale ha invece assegno solo 1, 2, 8 e 9 punti. Percentuali di risposta simili sono state ottenute dagli europei, i quali hanno assegnato anche 5, 6 o 7 punti a questo titolo. Nella domanda successiva, quasi tutti gli italiani ed europei hanno assegnato 10 punti su 10 alla sanificazione e igienizzazione degli spazi condivisi nella struttura scelta.

La possibilità di avere itinerari organizzati e sicuri sotto il profilo sanitario proposti dalla struttura in cui si pernotta è importante per il 45% dei viaggiatori italiani. Il numero degli europei che ritiene importante questo fattore è maggiore rispetto agli italiani, infatti, il 74% di essi ha assegnato 10 punti su 10 a questo requisito.

Nell’ultima domanda è stato chiesto di indicare l’importanza della possibilità di avere una tipologia di vacanza con il giusto distanziamento. Quasi tutti hanno assegnato 10 punti a questo requisito, ma si può notare anche una piccola percentuale di europei che ha assegnato solo 1 o 2 punti, percezione di solito acquisita dalle politiche in essere del proprio paese.

Questionario 2020 e analisi dei dati

I due questionari che indagano sulle scelte degli italiani e degli abitanti degli altri Paesi europei per l’estate del 2021 sono stati anch’essi diffusi tramite Social Network, sono stati attivi durante i mesi di marzo e aprile 2021 e sono stati raggiunti in totale 500 intervistati.

Nel questionario diffuso in Italia, la nazionalità è prevalentemente italiana e solo il 2% è nato in Spagna e in Inghilterra. Il 28% degli italiani proviene dalla Lombardia, il 18% dalla Sardegna, il 16% dal Lazio e il 12% dalla Liguria. Quasi il 5% da altre regioni italiane come la Sicilia, il Piemonte, l’Emilia-Romagna, la Campania e l’Umbria.

La classe di età maggiormente presente nel campione dell’Italia è quella dei ragazzi tra i 25-34 anni, che occupano il 40% del totale. Il 20% appartiene alle classi di età 18-24 anni e di 45-65 anni. Il 15% degli italiani ha un’età tra i 35-44 anni e solo il 5% supera i 65 anni.

La laurea triennale/quadriennale è il livello di istruzione maggiormente presente in questo campione, con il 43% che ha ottenuto questo titolo di studio. Segue la scuola dell’obbligo (35%), la laurea specialistica/magistrale (15%) ed il dottorato (7%).

Andando ad osservare le risposte ottenute nel questionario destinato agli abitanti degli altri Paesi europei è possibile riscontrare come la nazionalità tedesca, francese e britannica siano maggiormente presenti in questo campione, con una percentuale di circa il 15% per ognuna di queste nazionalità. La percentuale degli europei è leggermente inferiore al 10%. Si tratta di Spagnoli, Belgi, Austriaci, Polacchi, Svedesi e Irlandesi e anche una piccola percentuale di intervistati che proviene dai Paesi baltici.

Anche in questo campione, la classe di età con la maggiore concentrazione è quella dei ragazzi di 25-34 anni (il 36%). È leggermente inferiore il numero della classe 35-44 anni (30%). Il 15% appartiene alla classe di età 18-24 anni e il 10% alla classe 45-65 anni. Il 9% ha un’età superiore ai 65 anni, percentuale superiore rispetto all’Italia.

Per quanto riguarda il titolo di studio, il 60% degli europei possiede un bachelor degree (equivalente alla laurea triennale italiana) il 15% ha ottenuto il master’s degree (equivalente alla laurea magistrale italiana) e solo il 5% il dottorato di ricerca.

Per quanto riguarda le domande inerenti alle conseguenze che il Covid-19 ha avuto sul turismo, è stato chiesto agli intervistati se abbiano viaggiato anche nel 2020, durante questa emergenza sanitaria.

 

Il comportamento dei turisti dopo la prima “ondata”

Grafico 8 Grafico 9

Il 56% degli italiani ha dichiarato di aver viaggiato per vacanza nel 2020, il 22% per lavoro, il 4% per altri motivi e il 18% è rimasto nella propria città. Per quanto riguarda gli abitanti degli altri Paesi europei che hanno risposto al questionario, il 52% ha viaggiato per vacanza nel 2020, il 22% per lavoro, il 12% per altri motivi che non ha dichiarato nel questionario ed il 14% ha preferito rinunciare agli spostamenti. Nel 2020 la maggior parte degli italiani, ben il 70%, ha scelto di non uscire fuori dall’Italia per le vacanze. Il restante 30% degli italiani ha dichiarato di aver visitato la Spagna, Croazia, Ungheria e l’Inghilterra. La metà degli italiani ha viaggiato con la famiglia, il 30% con il proprio partner e il 20% con gli amici. Il mezzo di trasporto più utilizzato dagli italiani è stato l’aereo e l’auto privata. Il 20% ha viaggiato in nave ed una piccola percentuale di essi ha scelto di viaggiare in camper, con l’auto a noleggio, oppure in autobus e treno. La maggior parte degli europei che ha scelto per le loro vacanze l’Italia, la Spagna, la Grecia e la Francia. Una piccola percentuale si è recata in altri Paesi europei, come la Svezia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Austria e Germania. Nelle risposte ottenute è stato possibile riscontrare la presenza di Paesi fuori dall’Europa, come gli Stati Uniti ed il Brasile. Il 40% degli europei ha viaggiato con la propria famiglia, il 35% con il proprio partner e il 25% con gli amici. Anche in questo campione il mezzo di trasporto più utilizzato è stato l’aereo e l’auto privata. In pochi hanno preferito il camper, l’auto a noleggio, oppure l’autobus ed il treno. Le vacanze sul mare sono state scelte dalla maggior parte sia degli italiani e sia degli altri europei. Circa il 15% di loro ha scelto il turismo naturalistico e una piccola percentuale ha preferito le città d’arte o le montagne.

Si può ben notare che, purtroppo, questi ultimi due settori hanno subito maggiormente le conseguenze negative legate al Covid-19.

La durata delle vacanze è stata prevalentemente di una settimana. Per i più fortunati, solo il 5%, di un mese intero. Di soli 2/3 giorni per il 20% o di due settimane, il 10%.

In merito alla struttura di pernottamento, gli italiani hanno scelto in prevalenza gli hotel 4 stelle, le case vacanza e le seconde case. Piccole percentuali di risposta sono state rilevate nei B&B, Hotel 3 e 5 stelle. Nessun italiano ha pernottato nei campeggi rispetto al 3% degli europei che invece si è recato in questa struttura ricettiva. Anche nelle risposte ottenute dagli europei è stato possibile rilevare una grande percentuale di viaggiatori che hanno alloggiato in un hotel 4 stelle. Circa il 15% in un hotel 3 stelle, case vacanze e seconde case. Il 10% di loro ha pernottato in camper, B&B, Hotel 5 stelle.

In seguito, sono state proposte le domande inerenti alle vacanze del 2021 per poter verificare se ci sono stati cambiamenti all’interno dello stesso campion, dopo un anno di convivenza con il Covid-19 rispetto al 2020, quando ancora si conosceva poco sul nuovo coronavirus.

 

Previsioni di viaggio

Grafico 10 Grafico 11

Nella prima domanda è stato chiesto se si avesse intenzione di viaggiare durante l’estate 2021. Il 70% degli italiani ed il 65% degli europei ha dichiarato di non voler rinunciare alle proprie vacanze. Dunque, come si può notare dalle risposte ottenute in questa domanda, le previsioni per l’estate del 2021 sono decisamente ottimistiche e fanno sperare in una stagione estiva migliore della precedente.

Per quanto riguarda le destinazioni scelte dagli italiani per le vacanze del 2021 troviamo ai primi posti nuovamente l’Italia. Altri stanno pianificando di recarsi in Croazia, in Spagna, in Grecia, in Olanda ed in Francia. È interessante notare che anche per il 2021 non sono previsti viaggi fuori dai confini dell’Europa da parte degli italiani.

Osservando le risposte ottenute dagli europei possiamo rilevare anche qui la presenza dell’Italia per le vacanze del 2021, seppur con un numero più ridotto di intervistati che hanno scelto questa destinazione rispetto agli italiani. Circa il 20% degli europei ha preferito ancora una volta la Francia, la Spagna, la Grecia ed il Portogallo. Alcuni vorrebbero andare negli Stati Uniti, in Brasile e in Tailandia.

Quasi tutti con il proprio partner oppure con la famiglia e solo una piccola percentuale di loro con i propri amici.

Il mezzo di trasposto più utilizzato resta ancora l’aereo e l’auto privata. Saranno in pochi a viaggiare in nave, in camper o con l’autobus ed il treno.

La tipologia di turismo più diffusa per le vacanze del 2021 resta ancora quella balneare. Si può notare un maggior numero di intervistati, rispetto al 2020, che hanno scelto anche le altre tipologie, tra cui le città d’arte e le montagne.

La durata delle vacanze del 2021 è maggiore rispetto a quella rilevata per il 2020. Circa il 40% sia degli italiani e sia degli europei trascorrerà fuori casa una settimana, quasi il 30% due settimane, il 20% circa 2/3 giorni e poco più del 10% un mese.

Andando a confrontare questi dati con quelli ottenuti per l’estate 2020, in questo campione, si può osservare che la durata delle vacanze previste per l’estate del 2021 è aumentata del 40% rispetto all’anno precedente.

Osservando le risposte riferite alla struttura di pernottamento per il 2021 si può osservare che la casa vacanze e la seconda casa sono state maggiormente scelte sia dagli italiani e sia dagli europei. Il 10% ha scelto i B&B, gli hotel 3 stelle e 4 stelle. Sono stati pochi quelli che preferiscono il camper, il campeggio e gli hotel 5 stelle.

In merito alle domande volte ad analizzare le conseguenze che la pandemia ha causato sul comportamento dei viaggiatori è stato chiesto di ordinare in una scala da 1 a 10 l’importanza dei requisiti che la struttura scelta per le proprie vacanze del 2021 deve soddisfare.

 

Tabella 1. Percentuale giorni vacanze

Determinazione della percentuale dell’aumento del numero di giorni trascorsi in vacanza
Vacanze degli italiani 2020 (% di intervistati x numero intervistati
italiani) x numero giorni
[(0,22 x 250) x 2,5 + (0,63 x 250) x 7 + (0,11 x 250) x 14 + (0.04 x 250) x 30]
= 1925 giorni
Vacanze degli italiani 2021 [(0,18 x 250) x 2,5 + (0,42 x 250) x 7 + (0,28 x 250) x 14 + (0.12 x 250) x 30]
= 2725,5 giorni
Calcolo per determinare l’aumento in percentuale [(Xf / Xi) x 100] – 100 = [(2725,5 / 1925) x 100] – 100 = 41.584%.

 

La sanificazione e l’igienizzazione degli spazi condivisi nelle strutture scelte è importante per il 98% degli italiani e per il 90% degli europei. La possibilità di avere itinerari organizzati e sicuri sotto il profilo sanitario proposti dalla struttura in cui si pernotta è importante per il 60% degli italiani e per il 70% degli europei. Sicuramente, gli intervistati che hanno assegnato solo 1 punto a questo requisito sono quelli che viaggeranno nelle seconde case. In seguito, è stato chiesto se si vorrebbe visitare la Sardegna. L’80% degli italiani e circa il 70% degli europei vorrebbe visitare l’isola.

 

La Sardegna quale scelta, non solo di prossimità

Grafico 12 Grafico 13

Il turismo balneare è stato scelto dal 90% degli italiani e dal 60% degli europei. Il 20% di questi ultimi vorrebbe conoscere la storia e le città della Sardegna. Mentre il 10% degli italiani e l’8% degli europei vorrebbe stare a contatto con la natura.

Nell’ultima domanda è stato chiesto agli intervistati se siano d’accordo sull’utilizzo di sistemi di prevenzione per il Covid-19 nella loro vacanza in Sardegna, come ad esempio lo screening il giorno in cui si arriva nell’isola, l’obbligo di distanziamento e l’obbligo di indossare la mascherina nei luoghi pubblici, in spiaggia e nei bar.

Le risposte ottenute a questa domanda sono molto simili in entrambi in campioni. Il 60% degli intervistati ha dichiarato di essere assolutamente d’accordo con questo sistema di prevenzione, il 30% ha risposto affermativamente a questa domanda, poco meno del 10% non ha voluto esprimersi e nessuno ha scelto come risposte “no” e “assolutamente no”. Quindi eventuali sistemi di prevenzione che la Regione Sardegna, o altre regioni d’Italia ed Europa, adotteranno saranno sicuramente apprezzate da tutti i viaggiatori italiani ed europei.

Conclusioni

Il turismo in Sardegna e in Italia nell’estate 2020 è stato sicuramente diverso da ogni aspettativa. C’è chi aveva pianificato una lunga vacanza estiva già dall’autunno 2019 quando ancora non si conosceva il Covid-19 e sia chi, a seguito dell’annuncio dei primi contagi e poi del lockdown avvenuto in primavera, paventava che queste restrizioni sarebbero rimaste attive per tutto il periodo estivo.

Nella primavera del 2020 si poteva solo pensare ad un’estate dentro le mura domestiche, con le spiagge deserte ed abitate solo dalla natura, che proprio in quel periodo stava iniziando a riprendersi i propri spazi. Come si può osservare nei grafici 14 e 15, il numero dei contagi in primavera era elevato e continuava ad aumentare. A fine marzo si contavano più di 80’000 positivi in Italia e 675 in Sardegna. Il livello massimo, raggiunto il 20 aprile con circa 109’000 persone positive in Italia e circa 750 in Sardegna, non permetteva di poter prevedere un’estate libera dal coronavirus.

Grafico 14 . Elaborazione propria su dati Presidenza del consiglio dei Ministri. Protezione Civile

Grafico 15. Elaborazione propria su dati Presidenza del consiglio dei Ministri. Protezione Civile

A seguito dell’allentamento delle restrizioni di maggio qualcuno, con tanto timore, ha ripreso a visitare sia il mare sia le montagne più vicine alle proprie abitazioni. Poi, da giugno, poiché i contagi diminuivano giornalmente, si è potuto osservare un aumento massiccio dei flussi di turisti e, nonostante ciò, la curva dei contagi ha continuato a diminuire drasticamente.

All’inizio di giugno i positivi in Italia erano 40’000 e solo 161 in Sardegna. A metà luglio la situazione migliorava ancora, arrivando a circa 12’000 casi in Italia e solo 12 in Sardegna, nonostante l’aumento del numero di turisti che visitava giornalmente l’isola.

Verso la fine di agosto però, il numero delle persone contagiate ha ripreso a crescere vertiginosamente e ha continuato ad aumentare nei mesi seguenti. Alla fine di ottobre 2020 si contavano il triplo delle persone positive rispetto ad aprile dello stesso anno, considerato in assoluto il periodo con il maggior numero di persone che avevano contratto il coronavirus in Italia.

Il numero massimo di contagi della cosiddetta “prima ondata” non è paragonabile con i numeri che l’inverno 2020/2021 ha registrato.

Nel periodo di maggiore timore del Covid-19, con 108’000 casi positivi in Italia, ad aprile 2020, le persone uscivano esclusivamente con la mascherina, nei negozi si entrava solo pochi per volta e muniti di guanti e gel disinfettante. Durante la “seconda ondata”, sopraggiunta appunto fin dall’estate 2020, si è potuto assistere a una maggiore consapevolezza sia del morbo sia delle restrizioni e nonostante le chiusure obbligate e le precauzioni, si è notato un ottimismo nella ripresa, dovuto anche alle misure vaccinali atte a ottenere un’immunità di gregge, pur avendo registrato nell’inverno del 2020/2021 un numero di persone positive al coronavirus di circa 700’000 individui.

Alla luce di tutto ciò, secondo l’Organization for Economic Co-operation and Development (OECD) (2020) la crisi sanitaria globale è un’opportunità per ripensare il turismo futuro affinché venga praticata la trasformazione strutturale necessaria per costruire un’economia del turismo che abbracci i nuovi canoni delle politiche globali e dell’UE, prima fra tutte la sostenibilità ambientale, utili a contrastare un modello ormai obsoleto e poco efficace rispetto alle potenzialità del nostro paese. La stessa crisi globale impone al settore il superamento dei limiti dettati dalla frammentazione del mercato turistico mediante azioni che valorizzino gli elementi distintivi dell’offerta territoriale facilitandone la fruibilità anche attraverso l’ausilio dell’evoluzione digitale. Gli ulteriori cambiamenti, quali i modelli di business, veicolati dal Covid-19 potranno essere utilizzati per sollecitare l’evoluzione del settore in una logica di medio lungo termine (PwC, 2021), le stesse restrizioni dettate dall’emergenza e le conseguenti misure di sicurezza imposte e recepite dalle strutture ricettive rappresentano infine, come ben si evince anche dall’indagine su esposta, fattori determinanti nelle scelte di viaggio.

Declaration

Il lavoro è stato svolto da ambedue gli autori, tuttavia a B. Brundu sono da assegnare i paragrafi 1 e 3, mentre a S. Carboni il paragrafo 2.

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Cite this article

Brundu B., Carboni S. (2021) Tourism in the Time of Covid-19. An Empirical Analysis of the of the Pandemic Effects on Sardinian Tourism in the European Context. EATSJ - Euro-Asia Tourism Studies Journal, Vol.2021, ( Special Issue in Italian ). https://doi.org/10.58345/DVXM7070.

Received: | Accepted: | Published online: 28 November 2021
Volume: 2021 | Issue: Special Issue in Italian |

DOI: https://doi.org/10.58345/DVXM7070

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Authors


BB

Brunella Brundu (Corresponding author)
University of Sassari (Italy)


SC

Stefano Carboni
University of Sassari (Italy)

Tourism in the Time of Covid-19. An Empirical Analysis of the of the Pandemic Effects on Sardinian Tourism in the European Context by Brunella Brundu, Stefano Carboni is licensed under Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International